Amaro è il sapore che rimane in bocca dopo aver agganciato l’ennesima telefonata con l’impiegata del caaf che mi sta aiutando a sbloccare una stupida situazione di stallo nel rilascio dei contributi INPS. Avrei voglia di urlare e incazzarmi con la prima persona utile mi capiti a tiro, ma la buona educazione o meglio, il pudore sociale, mi impediscono di farlo e allora deglutisco il mio boccone. E taccio. Fino alla prossima telefonata.
Sto leggendo il libro di Montanari anche io, e quando apprezzo queste radici che affondano nella cucina contadina. Io sono una grande amante del bergamotto, perfino la sua marmellata che profuma intensamente di Earl Grey adoro.
È bellissimo leggerti Valentina, spero che questa scrittura di getto ti abbia aiutata un po' a gestire l'amaro in bocca!
Vaaale a proposito di lampascioni, cosa mi hai fatto ricordare!! Erano credo 4 estati fa, ero fuori a bere con amici e amici di amici e mi stavo bevendo il bar e a un certo punto vado al bancone e di fianco a me c'era un losco figuro: un signore motociclista di quelli che sembrano cattivi, tutto vestito di pelle nera, pieno di tatuaggi. E cosa fa lui? Tira fuori dalla tasca un piccolo vasetto di lampascioni, che aveva fatto sua mamma, ovviamente from Puglia with love. Io, che ero già bella brilla, esclamo a gran voce "ohhhh i lampascioniiiii!!! Me li faceva sempre mia nonna", pugliese pure lei, ça va sans dire. Morale? Il motociclista, io e il barista a mangiare lampascioni sul bancone del bar 😎poi vabbeh radicchio amore, e tarassaco estasi pura, ma ggggiàsaii
Il gusto amaro è tipico della cucina veneta, è parte della cultura alimentare che deriva appunto da una coscienza e conoscenza contadina, da salvare e a cui aggrapparsi. Mi dispiace molto per la tua telefonata amara!
Le radici pugliesi in me e il fatto che mia madre li cava dal terreno, riconoscendoli dal fiore violetto in superficie, mi obbligano ad ampliare le varianti con cui é possibile mangiare i lampascioni. Si possono friggere interi, dopo averli incisi con dei taglietti e poi guarnirli con glassa di aceto balsamico; si possono formare delle polpette con uova, pan grattato e formaggio, per poi friggerle; si possono aggiungere alla carne al forno per infonderla di quell’amaro sublime terroso, che tanto sa di cucina contadina.
Bell'articolo. Incredibilmente, sto leggendo (adesso in Feb 2025 !) “Histoire de l'alimentation” di Massimo Montanari. La seguo da tempo e volevo dirle quanto mi piace la sua scrittura !
Per me, il sapore dell'amaro si sta evolvendo. Quando ero giovane lo rifuggivo, ma col tempo ho imparato ad apprezzarlo. In cucina, mi è diventato indispensabile come contraltare all'eccessiva dolcezza. Fa parte di un certo equilibrio.
acido e amaro! Hai cominciato dai miei due preferiti. Già, in Occidente l'associamo a condizioni negative, mentre per la medicina cinese, pensa, l'amaro è associato al cuore. E io non posso che concordare, da brava pugliese: lampascioni e cime di rapa sono un bell'esempio di tonico del cuore.
Sto leggendo il libro di Montanari anche io, e quando apprezzo queste radici che affondano nella cucina contadina. Io sono una grande amante del bergamotto, perfino la sua marmellata che profuma intensamente di Earl Grey adoro.
È bellissimo leggerti Valentina, spero che questa scrittura di getto ti abbia aiutata un po' a gestire l'amaro in bocca!
Ho trovato il libro davvero interessante!
Grazie cara Giulia
Vaaale a proposito di lampascioni, cosa mi hai fatto ricordare!! Erano credo 4 estati fa, ero fuori a bere con amici e amici di amici e mi stavo bevendo il bar e a un certo punto vado al bancone e di fianco a me c'era un losco figuro: un signore motociclista di quelli che sembrano cattivi, tutto vestito di pelle nera, pieno di tatuaggi. E cosa fa lui? Tira fuori dalla tasca un piccolo vasetto di lampascioni, che aveva fatto sua mamma, ovviamente from Puglia with love. Io, che ero già bella brilla, esclamo a gran voce "ohhhh i lampascioniiiii!!! Me li faceva sempre mia nonna", pugliese pure lei, ça va sans dire. Morale? Il motociclista, io e il barista a mangiare lampascioni sul bancone del bar 😎poi vabbeh radicchio amore, e tarassaco estasi pura, ma ggggiàsaii
Tra tutti l’amaro è forse il mio preferito!
Quando cerco di spiegare questo amore, scherzando dico che è come me: un sapore che ha bisogno di essere capito per essere apprezzato 😂
Mi piace molto questa metafora! ❤️
Il gusto amaro è tipico della cucina veneta, è parte della cultura alimentare che deriva appunto da una coscienza e conoscenza contadina, da salvare e a cui aggrapparsi. Mi dispiace molto per la tua telefonata amara!
Le radici pugliesi in me e il fatto che mia madre li cava dal terreno, riconoscendoli dal fiore violetto in superficie, mi obbligano ad ampliare le varianti con cui é possibile mangiare i lampascioni. Si possono friggere interi, dopo averli incisi con dei taglietti e poi guarnirli con glassa di aceto balsamico; si possono formare delle polpette con uova, pan grattato e formaggio, per poi friggerle; si possono aggiungere alla carne al forno per infonderla di quell’amaro sublime terroso, che tanto sa di cucina contadina.
Bell'articolo. Incredibilmente, sto leggendo (adesso in Feb 2025 !) “Histoire de l'alimentation” di Massimo Montanari. La seguo da tempo e volevo dirle quanto mi piace la sua scrittura !
Per me, il sapore dell'amaro si sta evolvendo. Quando ero giovane lo rifuggivo, ma col tempo ho imparato ad apprezzarlo. In cucina, mi è diventato indispensabile come contraltare all'eccessiva dolcezza. Fa parte di un certo equilibrio.
Mi piace l’idea di glassare le verdure con il vincotto. Proverò!
Poi quando vieni in Puglia ti faccio assaggiare sia il cotto di ciliegie che quello di gelso
Non vedo l’ora!!!
acido e amaro! Hai cominciato dai miei due preferiti. Già, in Occidente l'associamo a condizioni negative, mentre per la medicina cinese, pensa, l'amaro è associato al cuore. E io non posso che concordare, da brava pugliese: lampascioni e cime di rapa sono un bell'esempio di tonico del cuore.
Incroceremo, ne sono certa, i nostri pensieri e le nostre conoscenze!